Un pugliese milanesizzato scala i gradini della security e va a fare danni prima all\’arcivescovado, e poi tra le guglie del Duomo. Una giovane magrebina finge di studiare arte per compiere un attentato, ma presto si intenerisce di fronte al devoto idiota che toglie una tela dal museo per portargliela in Brianza (crede l\’estasi di Santa Teresa sia dovuta alla droga e la valuta meno di un graffio sulla Porsche). Il problema di Zalone è che fa ridere. Ri-de-re. E ridere spesso: almeno otto ghignate di pancia, contro i sorrisi di Aldogiovanniecc, gli sbadigli in Sudafrica e il triste pupazzo di neve di Boldi. Quindi non gli si può dire nulla. Né che troppi tempi morti sfociano in battutacce, né che \’si mangia\’ gli ottimi compari degni di antiche comiche: Tullio Solenghi, Rocco Papaleo, Ivano Marescotti, Luigi Luciano (e CapaRezza!). Invece lui può dire tutto: che l\’Islam è un rischio e il sud un marchio, che in Italia non conta studiare ma essere raccomandati, che tonache e divise tradiscono gli ideali, che in Iraq si va per i soldi e che siamo tutti integralisti di religioni, usi e costumi villani. Può cantare che
