Un 28enne romano, ricco, sfaccendato, belloccio ma ingrassato, riceve una lettera dal padre che lo abbandonò ai giardinetti e lo vuole al suo capezzale a Nairobi. Parte sulle ali del rancore che sfocia in pietà. Arriva tardi, ma c\’è un amabile fratellino nero di cui occuparsi (il bravo Michael Rainey, che viene da un video di Tiziano Ferro). Perché Muccino junior voglia così tanto essere lui il fratello maggiore di un fratello minore, così tanto da inventarsi la suprema cavolata che qualcuno possa essere vincolato al ruolo di tutore a sua insaputa, è un problema che lasciamo al dottor Freud e ai signorini del gossip. Il giovanotto torna dal Kenya maturato e responsabile. Che anche la superficialità della dolce vita possa essere descritta con superficialità e che la retorica sia l\’antitesi della commozione, sono idee che non sfiorano il poco-regista Muccino junior, che co-sceneggia con Carla Vangelista, già sua complice in “Parlami d\’amore”. Randellano a colpi di voce fuori campo, scene madri, troppi figli, verità da cioccolatino enunciate come parabole dei Monti Parioli. Il mal d\’Africa di Muccino (sempre junior), Maurizio Crozza lo chiamerebbe forse
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