Vado alla rinfusa, ma sarò sincerissimo.
I cinepanettoni non organizzano da anni l\’anteprima per la stampa (ma Mereghetti mi dice che quest\’anno faranno eccezione). Se ne fregano e, dal loro punto di vista, fanno bene. Non gli serve il giudizio dei critici: né per incassare, né per migliorarsi. Fanno un prodotto di livello pessimo che si è trasformato in appuntamento fisso per il Santo Natale Italiano: una tradizione trash collaudata, una brutta luminaria che tutti guardano dal basso in alto (o viceversa) sentendosi all\’altezza.
Vacanze di Natale (1983), diretto discendente di \”Sapore di mare (1982), era un ottimo mix di note comiche, musicali e nostalgiche. Aver dissipato queste fondamenta sane per assecondare, anzi creare, il peggio del malcostume nostrano, è un cine-reato per il quale i vanzina meriterebbero l\’esilio insieme ai loro neri parenti (le minuscole sono d\’obbligo).
Non vado a vederli da un decennio, il trailer basta e avanza. Invece di unirmi al pubblico pagante (in ogni senso) mando un giovane lettore di CITY, diverso ogni anno (leggere per credere), e poi riporto i suoi gridolini con qualche considerazione a lato.
Al di là dei giudizi di demerito, un motivo per cui evito i cinepanettoni è che mi piange il cuore nel vedere sprecato (seppur strapagato) un talento vero come quello di Christian De Sica, figlio d\’Arte in ogni senso: grazia innata, talento vocale, perfetti tempi comici dell\’era felice in cui la commedia all\’italiana era fatta di maschere e non di macchiette.
Io, a Natale, rivedo Stanlio Ollio con la pianola e Chaplin in ogni situazione (quello vero, non Benigni). Roba nobile di prima dei cinepanettoni.
Ho avuto un\’infanzia felice.
Alessio Guzzano
CINEPANETTONI? OGGI NO, GRAZIE

No Comments