Quando vediamo l\’ottimo Jonh C. Reilly sorpreso dalla ex moglie mentre si masturba davanti al pc con le cuffie in testa, è forte la paura che zampilli l\’ennesima commedia yankee su impacciati bamboccioni di mezza età. Invece uno dei meglio attori in circolazione oltreoceano, e una regia che ha garbo comico/sentimentale, danno spessore a un triangolo ad alto rischio: lui (uno Shrek nell\’approccio a se stesso e al prossimo), lei (bisognosa di tenero orco) e il figlio 21enne di lei: possessivo dietro le pannose sembianze di cocco di mamma, un geloso sovrappeso con velleità da eco-deejay. Il ragazzo sembra accettare il nuovo \’babbo\’, poi è un crescendo di porte non chiuse, piccoli furti, abili ripicche, gustose provocazioni, finti attacchi di panico. Segue contrattacco contraffettivo. Ai fratelli Duplass basta uno scatto di primo piano per connetterci alla psiche dei personaggi. Reilly è così bravo da cavarsela da ogni imbarazzo: anche quando lo beccano a fare pipì in giardino durante una festa in cui si lancia all\’accalappio, armato di Vodka/Redbull e Human League. Marisa Tomei fa terno: eccellente come in “The Wrestler” e “Onora il padre e la madre”. L\’extralarge Jonah Hill, che viene da “SuxBud”, conferma l\’ottima prova di quando fu aspirante battutista per Adam Sandler in “Funny People”.
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