Il miglior Tom Cruise è quello ciniko/kattivo di “Magnolia” e sexy/acrobatico in “Cocktail”. Ma se la cava sempre alla grande – da “Top Gun” a Kubrick – schierando la sua smania da impunito col sorrisaccio che accalappia. L’importante è che non si prenda sul serio mentre azzarda missioni impossibili. Alla soglia dei 40, Cameron Diaz sa ancora sgranare gli occhioni e affilare artigli sexy/brillanti (oltre a essere l’unica star di Hollywood che dice qualcosa di originale nelle interviste). L’importante è che non si prenda sul serio quando fa la fanciulla in pericolo. Lui è uno 007 al cubo che la seduce in aereo. Mentre la preda bisognosa di cacciatore si rifà il trucco, stermina tutti in carlinga, piloti compresi. Seguono: atterraggio di fortuna nel mais e (dis)avventure tra sopraelevate yankee, atolli caraibici, Alpi e tori europei. Anche il pomposo cinema d’azione funziona solo se non si prende sul serio. Solo se è balocco accelerato, iperbole, cartoon in carne e ossa che esagera sghignazzando(si). Qui la confezione è chic, il regista ha mestiere e – effetti speciali a parte – sembra una pellicola retrò. Ma il modello è “True Lies”. L’ideale sarebbe “Shoot’em Up”, il peggio è “Mr. e Mrs. Smith”. Bugie pacchiane, l’unica (ir)realtà godibile in filmastri di questo (sotto)genere.
