Per il brianzolo nebbioso made in Usmate Claudio Bisio (a suo agio, stile Zelig) se parli di sud Italia intendi Bologna. Roma è uno spauracchio, Napoli una città infernale che . La sua padanissima moglie Angela Finocchiaro fa le ronde e chiede lo scontrino all’extracomunitario coi palloncini. Lui si finge disabile per essere trasferito in un ufficio postale milanese, se lo gioca con uno svarione fantozziano, finisce in lacrime a Castellabate (Salerno) rischiando la multa per eccesso di lentezza. Tolti di dosso giubbotto antiproiettile e diffidenza, scoprirà fuochi d’artificio di calore umano e ritmi placidi ma non oziosi. Si gode la vita, dimentica il gorgonzola e la statuetta del Duomo (okkio a come la usate), allestisce un teatrino sudista caricaturale che tenga lontano la sua signora. Il coinvolgimento è già mezza simpatia. L’originale francese “Giù al nord” era una farsetta estranea (il regista è lo straniero col pacco da spedire); qui si ridacchia complici tra affollati luoghi comuni e (pre)giudizi vecchi come la perenne disunità d’Italia (altro che blabla celebrativi). Il furbo Luca Miniero strizza l’occhio a Totò tenendo la commediola nel ridente borgo vista mare: di Napoli si vedono solo la maglia di Lavezzi e Alessandro Siani in scia a Troisi.
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