Il cine-videogioco fa poker per la gioia dei fan delle lame rotanti che nessun elmetto può fermare, per i sempre assettati di virus e zombie in sguaiata espansione e per gli ammiratori di Pupilla Jovovic. Qui sexy/efficacissima, ma più casta nelle pose rispetto al terzo episodio, scandalosa fanta-istigazione a delinquere col proprio corpo per giovanotti in astinenza da PlayStation. Sarà perché la serie ritorna tra le abili mani di Paul W.S. Anderson che firmò il primo capitolo, è riuscito a rendere godibile persino “Alien Vs Predator” (lo si confronti con la miseria del seguito) e di Milla è il legittimo consorte. Come la Sposa di Tarantino, la troppo esperimentata Alice ritrova la smarrita Claire e sfodera rabbia e spadoni contro la kattivissima Umbrella Corporation nelle acque di Los Angeles mentre i mostri voraci premono ai cancelli o si acquattano tra le mille fiaccole di scene spesso e volentieri peggio che buie. Atmosfere post-Matrix (okkio agli okkiali), atterraggi e decolli dai grattacieli e uno strepitoso lancio con liana tecnologica: l’intrepida pifferaia fa saltare gli zombie come lemming dalla scogliera di uno skyline. L’avrete inteso: film perfetto per godersi il 3D, macchina delle meraviglia da applicare soltanto al giusto prodotto esagggerato. Ovvero questo.
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