Là dove una volta c\’erano l\’erba e i piccoli commerci, il Maestro sudcoreano Kim Ki-duk (almeno cinque capolavori e nessun buco nell\’acqua su 18 film) striscia con la macchina da presa come una serpe per imbastire un film sulla vendetta (il che sembra contraddire il titolo, e invece no) tra i grattacieli incombenti e lo strapotere del dio denaro che sentiamo invocare e maledire da ogni personaggio. Un giovanotto riscuote i debiti per conto di un boss: vita da topo di fogna in una fogna privilegiata: si masturba ed esce per storpiare coloro che non possono pagare, in modo di incassare attraverso l\’assicurazione. L\’incontro con una donna che si dichiara sua madre e gli chiede perdono per averlo a lungo abbandonato, prima lo indispettisce, ma presto lo rende schiavo del bisogno di affetto e attenzioni. Gli amanti del genere (vengeance movie d\’oriente) ricorderanno la fulminante domanda rivolta al prigioniero di “Oldboy” dal suo persecutore:
PIETA\’

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