urla il protagonista 18enne (giacomo Zulian, eccellente) che con un\’amica 16enne (Stefania Comodin, sorella del regista) sguazza nel fiume Tagliamento, nell\’assolata pianura friulana. Ma niente è più lontano dai mari televisivi di questo debutto rarefatto di un giovane autore che ha (e conserva) i toni del documentarista. Giacomo è sordo dunque parla strano, l\’alchimia con l\’amica (paziente, molto paziente) si sviluppa in un pomeriggio dalla durata onirica che fa da passaggio dall\’adolescenza alla maturità. I loro piedi si scontrano con ortiche e sentieri fangosi, i loro corpi si sfiorano in acqua e si stringono nella balera di un lunapark. Lunghi minuti ipnotici e pizzichi di retorica che sfidano la noia. Spesso la sconfiggono.
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