Da dire ci sarebbe solo che i \’mostri\’ alieni sono sempre divertenti, a cominciare dal \’serious man\’ dei Coen Michael Stuhlbarg – capace di (pre)vedere ogni possibile futuro – fino ai soliti noti tramutati in insoliti marziani: Lady Gaga, Justin Bieber e tutta la drogata Factory di Andy Warhol (in realtà un man in black sotto copertura). Bravo anche Josh Brolin nel replicare all\’indietro la faccia e i modi squadrati di Tommy Lee Jones, perché qui tocca tornare al giorno della partenza verso la luna per evitare future disgrazie: salvare qualche protagonista (e ovviamente il mondo) approfittandone per spiegare eventi passati/futuri in odor di lacrimuccia in nero. In netto calo la verve di Will Smith (non è una novità), gradevoli la cotonatura del futuro agente O Emma Thompson, rispettose degli anni 70 le auto d\’epoca e i tiri a segno a Coney Island. Sarebbe tutto. Il filmastro fila via liscio su fanta-binari collaudati dal buon Barry Sonnenfeld. Ma nell\’epoca del rutto siderale “The Avengers”, questo terzo “Men in Black” – onesto e persino contenuto nelle sue fracassonerie improbabili; ancora acceso nel lumicino delle idee riciclate con qualche perizia – è un eminente capolavoro per contrasto. Non a caso il suo gradino più basso è ciò che maggiormente assomiglia all\’accozzaglia Marvel: il mostraccione mutilato Boris che fugge dalla luna alla ricerca dell\’arto perduto. Di fronte alla pochezza di sceneggiatura di “The Avengers” (che serve assist solo a Iron Man), le frecciatine anti-razziste di “Men in Black 3” sembrano Beethoven paragonato al fragoroso rotolare del (plurimo) supereroe di turno tra i bidoni dell\’immondizia scenografica e i calcinacci della sua stessa fama. Sarà perché ho visto le pellicole nello stesso cinema (il meraviglioso e sopravvalutato IMAX), sarà perché invecchiando ascolto più volentieri i toni bassi, sarà che non ho ancora portato il cervello all\’ammasso super-eroico… ma “Men in Black 3”, nella sua balorda ma gradevole interezza, mi è sembrato meno pericoloso dell\’orrido trailer del nuovo Spider Man nella sua balorda e sgradevole pochezza.
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