A Teheran, nel 1958, il virtuoso del violino Mathieu Amalric è distrutto dalla perdita dello strumento che la moglie Maria de Medeiros ha fatto a pezzi. Vaga per l\’Iran e in se stesso alla ricerca delle corde giuste che lo restituiscano alla sua vena di musicista. Incapace di essere altro, si lascia morire dopo aver narrato la propria storia in bilico tra favola esistenziale, humour e sogno felliniano, citato con l\’esibizione di immensi seni-rifugio. Dopo “Persepolis”, Marjane Satrapi adatta per il cinema un\’altra sua graphic novel (edita da Sperling e Kupfer) che cela dietro vitali maschere malinconiche gli originali tratti del fumetto. Senza rinunciare a sferzanti attacchi politici.
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