Come nel contemporaneo “Romanzo di una strage”, che riassume fatti della nostra nebulosa storia recente (pur con qualche libertà doppiogiochista in più), anche il film di Daniele Vicari ha il copione imposto dal deragliare di eventi il cui racconto non necessita di forzature per risultare efficace. Non a caso, i momenti migliori sono gli squarci di documentario che accecano lo sguardo dello spettatore di fronte alle torture al G8 di Genova, che Amnesty International ha definito:
DIAZ

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