Il dottor Hugh Dancy, viso tetro/curioso indeciso tra ragione e sentimento professionale, perde continuamente il posto perché denuncia la poca igiene degli ospedali inglesi. Ai tempi in cui Freud ancora non dettava legge, approda allo studio di Jonathan Pryce che si occupa di donne sull\’orlo della crisi di nervi (raccontate in primo piano) a causa di orgasmi mal preparati e mai goduti. Incalzato dalla figlia progressiste Maggie Gyllenhaal, il luminare uterino passa gran parte della clientela in fregola al nuovo arrivato. Si scatena la fantasia in nome della sanità psico/vaginale: pratiche manuali che causano tendiniti (e vanno presto ripetute), cocaina sperimentata sulla fidanzata, getti idrici alle terme, e un marchingegno vibrante capaci di risolvere i problemi di medici e (im)pazienti. L\’ha ideato uno strepitoso Rupert Everett, tornato ai fulgori dell\’antico spirito in commedia. Il garbato e molto divertente film di Tanya Wexler è liberamente ispirato all\’inventore dell\’elettrodomestico (brevettato nel 1902) che qui vediamo in piumata versione di motorino prototipo, osannato dal passaparola tra le risatine dei più scaltri che forse già ne prevedono il futuro uso domestico. E\’ l\’ultima cine/recensione del vostro/nostro CITY: spero vibrerete anche a causa di un filo di commozione.
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