Una consulente finanziaria del Massachusetts ha l\’idea giusta al posto sbagliato: per promuovere il proprio progetto deve viaggiare in continuazione avanti e indietro da New York. Ma ha un marito con gli occhialoni perplessi da accudire (Greg Kinnear). E due figli piccoli. E conoscenti invidiose, una segretaria/robot, torte da modificare, palloncini da gonfiare e pidocchi da grattare. Sul lavoro e in famiglia, le serve una torre di controllo migliore della propria gestione di se stessa. Scritto da una delle sceneggiatrici de “Il diavolo veste Prada”, un inutile film di retroguardia sul tema: una brava moglie/madre può avere una carriera? Risposta dolciastra: mica tanto. Una di quelle trame martellate da un\’instancabile voce fuori campo, scritte sullo schermo/agenda, retorica familista e disavventure inesplose. Sarah Jessica Parker invecchia malissimo e smorfieggia peggio: una galleria di tormentucci e ammiccamenti fasulli in libera uscita da “Sex and the City”. Quando il suo superiore Pierce Brosnan – vedovo inconsolabile finché non la incontra – le dà un bacetto mentre la accompagna a un taxi della Grande Mela, le torna all\’improvviso il consumato sorriso da telefilm.
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