La modella americana mozzafiato Natasha Hovey (ma la bellezza non le bastò per cine-sfondare) arriva a Roma sorvegliata a vista dalla madre Florinda Bolkan che le cerca un precettore. Trova un severo prelato adatto al ruolo, ma a questi si sostituisce un bidello colto ma disoccupato, molto (ma molto) ansioso di dare qualche lezione alla ragazza. Che capisce subito con chi ha a che fare (memorabile Verdone che cerca le parole giuste per parlarle di Dio), ma decide di stare al gioco. Finirà in gloria celeste (per un po’). Come ridevamo nel 1983: ingenuità furbetta e musi ultrasimpatici.
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