L’eterno adolescente Owen Wilson, qui ridotto a sottomarca di se stesso, spera che la babysitter dei suoi figli voglia sedurlo, sbava per il lato B delle donne per strada e non ha ancora imparato la tattica per nasconderlo alla consorte. Gliela spiega l’amico Jason Sudeikis: faccia da allupato tontolone che scatta ‘foto mentali’ a tette&chiappe per ricordarsene al momento giusto (grande scoperta: ci si masturba anche dopo il matrimonio, e a qualcuno piace farlo in macchina). Le mogli esasperate concedono loro una settimana di libertà assoluta (“Hall Pass”, titolo originale). Ma i due sciocchi inconcludenti la prima sera si ingozzano e si addormentano, la seconda sono strafatti, la terza ubriachi… A rimorchiare sono solo le signore. Finale ‘disgustosamente’ familista. Ce lo aspettavamo dai registi di “Tutti pazzi per Mary”, “Io, me & Irene” e “Amore a prima svista”? Sì. Nonostante i dialoghi sull’uso goloso della lingua, l’esibizione di membri neri, le fantasie su dita mancanti, le confidenze scurrili amplificate, la vasca schizzata di marrone e il patetico ballo senza camicia (hawaiana) sul bancone della disco, la vena dei fratelli Farrelly ha da tempo perso la presunta originalità trasgressiva e si fa scavalcare in volgarità da “Una notte da leoni 2”. Almeno fino ai titoli di coda.
UNA NOTTE DA LEONI 2
Regia: Todd Phillips
Con Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Paul Giamatti, Jamie Chang, Mason Lee
Commedia comica Usa 2011
A Bangkok, la Las Vegas asiatica, tutto accade di nuovo, ma senza il brillante effetto di divertimento scorretto del primo film. Il dentista Stu Pr(ize) – ahah – va in Thailandia col branco di amici per sposarsi con una bella ragazza ricca il cui padre lo considera una nullità. Il cognato 16enne è un ragazzo prodigio, futuro chirurgo, marinaio e violoncellista provetto. Un dito tagliato renderà tutto impossibile, ma gli fa uscire una bella faccia da fattone gaudente. Sbronza drogata (Hangover), buco nero nella memoria, l’amico checca/spacciatore che passa dalla ‘botta’ alla ghiacciaia, foto compromettenti, monaci dileggiati (uno in sedia a rotelle, ahah), voto del silenzio inviolabile, buchi neri violabili, proboscidi in ogni senso (diffidare dei film in cui compaiono elefanti…). Tetti che scottano, tatuaggi più o meno molesti, Paul Giamatti sul grattacielo, facce da mala russa in moto e un’odiosa scimmia galoppina. Più Myke Tyson stonato. Protagonisti in piallata replica di se stessi: anche lo stralunato Zach Galifianakis non strappa più di un sorriso. Volgare non è far fumare un macaco e far penetrare il dentista moralista da un trans. E’ ripeterlo tre volte. E poi farlo vedere. E’ credere che
LIBERA USCITA

No Comments