Jack Sparrow è un vizioso pendaglio da forca con la puzza sotto il naso, quindi – anche se è un bugiardo incallito – quando le cose odorano di vecchio dovrebbe essere il primo ad accorgersene. : lo dice lui stesso in questo quarto episodio che naufraga tra scogli, duelli e magie ormai levigati da ondate di abuso fiabesco e dal sistematico saccheggio (divertente, all\’inizio) di antichi film filibustieri. In senso metaforico, piace pensare che il mare siamo noi (il pubblico) e la ciurma sono loro (i pirati bolliti); in senso pratico, il puzzo di palude di gag che tendono allo sbadiglio dovrebbero far desistere chi proclama l\’inizio di una nuova trilogia. Stavolta il tesoro da conquistare è la Fontana della Giovinezza, e anche questa è un\’ottima metafora. Keith Richards ci scherza su nell\’unica battuta quasi divertente. Penélope Cruz è un\’Angelica mora che ai meno giovani ricorderà antichi fremiti salmastri. Moderne sirenette allupate annaspano nelle grottesche coreografie 3d in cui le immerge il regista di “Chicago”. Spadaccino non eccelso ma fortunato (il che non giustifica stuntmen da parco acquatico in disgrazia), Johnny Sparrow Depp muta d\’abito, di ghigno e di pensiero con ritmo zerofolle. Tutto il resto è noia.
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