Dopo 10 anni in Svizzera, Anita Caprioli torna in Calabria con la figlia 18enne – già fidanzata e subito integrata – e la 12enne Marta per cui tutto è invece alieno: dal vuoto trafficato delle strade di Reggio al vuoto lessicale del corso di preparazione alla Cresima. Innamorata del parroco Salvatore Cantalupo (visto in “Gomorra”) che somministra santini elettorali, la perpetua improvvisata Pasqualina Scuncia (bravissima) organizza processioni in cui il folklore ha sotterrato il sacro, dirige canti da via crucis karaoke () e predica un catechismo fatto di regole senza più spessore: ci si mette la fascia bianca in fronte citando Rambo. La comunità si crogiola beata nel Credo degli Agonizzanti. La ragazzina scopre gli altri, se stessa, il mare, un Gesù arrabbiato sulla croce descritto dal vecchio prete Renato Carpenteri, rimasto solo in un metaforico paese diroccato. Attraverso gli occhi attoniti ma curiosi della straordinaria Yle Vianello, così simili a quelli di sua sorella Alba, Alice Rohrwacher ci tocca con la Grazia realista sviluppata in una carriera di documentari. Dopo aver così ben descritto trucco e parrucco di celebrazioni religiose tele-derivate, non si affanni a cercare benedizioni. Per essere un esordio, il suo film è un capolavoro.
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