Il babbo brasiliano di tre spassose ere glaciali (e del delizioso “Robots”) parte forte dalle foreste di casa: gran coreografia di tucani, fenicotteri, multicolori amici ara/ara, flora rigogliosa e fauna serena finché non arrivano gabbie e retini. Un pappagallino blu con la voce di Fabio De Luigi non fa neanche in tempo a svezzarsi che si ritrova nel freddo Minnesota, sballottato sul camion dei cuccioli come ne “La carica dei 101”, palese fonte ispiratrice in immagini e situazioni (a seguire: “Up” e “I tre caballeros”). Il Brasile è solo un punto sul mappamondo, il volo un\’arte ignota che tenta di apprendere dai manuali per piloti. Ma arriva l\’occhialuto ornitologo che convince l\’occhialutissima padroncina bibliotecaria a riportare in patria l\’adorato volatile domestico (aggettivo che presto diventerò un insulto) per farlo accoppiare con un\’aggressiva sexy-compagna blu (ugola da tenera Valchiria: Victoria Cabello). Sono gli ultimi della loro specie e fanno gola ai kattivi esportatori di animali esotici: la trama svolazza divertente tra arditi deltaplani e arditi deretani al sole di Ipanema. Frutta, favelas e futebol. Lionel Ritchie, Cristo e Carnevale in 3d adorante. Tranne una stecca tucana, tutto è ecologica armonia, compresi un cacatoa cannibale e José Altafini bulldog.
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