Ricordate Keanu Reeves che si prepara alla lotta contro Matrix? Miliardi di nozioni gli vengono – letteralmente – impiantate in testa via software: dalle arti marziali a come pilotare elicotteri. Ci si ripensa perplessi mentre il protagonista, scrittore mollato da donna e ispirazione, in un lampo consegna il suo libro, impara a suonare il piano, a parlare ogni lingua del mondo (l\’italiano con pessimo accento) e si arricchisce con ultra-calcolati investimenti finanziari che destano l\’attenzione dello squalo/volpone De Niro. Il merito è di una pastiglia con cui l\’ha ingolosito l\’ex cognato spacciatore, divenuto \’consulente farmaceutico\’. Perché il nostro cervello è un motore/magazzino usato solo al 20% delle proprie potenzialità e blablabla ecc… Peccato che l\’ottimo Bradley Cooper ribaldo di “Una notte da leoni” e “A-Team”, non abbia ingollato nemmeno un milligrammo di sostanze utili a fare di lui una credibile presenza avida e disperata. Funziona solo quando si mette a fare pugni, ovvero quando il film deraglia. Peccato che il regista di “The Illusionist” sprechi su un soggetto che non regge fanta/soggettive, la magia allucinata di una macchina da presa che scandaglia corpi, ambienti e stati d\’astinenza. Il titolo mente: limiti tanti, pretese pure. Con accecanti passaggi di livello.
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