Un ex cacciatore di mostri se la tira da detective vissuto (alla Marlowe, con voce off), ma finisce risucchiato nella solita lotta tra licantropi e vampiri, con il solito talismano che resuscita il solito demone. Il tutto girato maluccio da un regista tardo(gotico) che viene dai videogiochi e ambientato a New Orleans, dove è più facile credere che gli umani siano in minoranza, ma soprattutto dove girare costa meno. Kevin Munroe e i suoi sceneggiatori bolliti hard riescono a disgustare gli aficionados della creatura di Tiziano Sclavi (e di Xabaras) senza riuscire a raccattare l’attenzione dei fan mannari di “Twilight” (le suorine devote sono soprattutto femmine…). Dylan Dog suona il clarinetto, prende 250 dollari al giorno più le spese, abita in Rue Craven, ha un modellino di vascello (non in bottiglia) e paga il pieno del datato Maggiolino con la carta di credito (sigh). Groucho compare solo in foto: i saggi eredi hanno negato i diritti d’immagine, quindi la parte dell’aiutante ‘comico’ tocca all’aspirante detective giuggiolone Sam Huntington e agli zombie cacasotto che si rifanno il look all’outlet notturno (presto i ruoli coincidono). Già in “Superman Returns” faceva da spalla a Brandon Routh: inutilmente belloccio e senza spigoli soprannaturali. Horror ballerino, film giuda.
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