La gara di bravura tra lady da Oscar finisce pari. Per interpretare una lesbica, Annette Bening si sforbicia capelli e occhiatacce. Julianne Moore aggiunge solo qualche sfumatura (e un vibratore…) all\’abituale perfezione al di sopra dei sessi. Infatti cade in tentazione col babbo (tramite provetta) dei loro figli: il bravo Josh Hutcherson da Terabithia e l\’Alice tra le (poche) meraviglie di Tim Burton. Il terzo incomodo è Mark Ruffalo, che ieri donò il seme , e oggi si fa fecondare il giardino dalla più frustrata nel lavoro. Seguono amplessi sudati e la cacciata del lavorante messicano testimone. Una regista omosex, a sua volta fecondata artificialmente, fa in modo che tutto sembri trasgressivo perché nulla lo sia veramente. Le due madri temono che il loro ragazzo sia gay, gli spiegano senza imbarazzo perché guardino dvd porno con protagonisti maschiacci, difendono la staccionata del loro focolare, abbassano le difese quando l\’intruso fa simpatica irruzione, ma non allargano la famiglia dopo il consueto cine-rito yankee delle pubbliche scuse. Anzi, mai visto un personaggio liquidato tanto in fretta. Erotismo saffico Joni Mitchell e un finale in auto mano-nella-mano che fa tanto “Thelma & Louise”. Ma qui ogni dramma ha il paracadute.
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