Che c\’entra, anzi come c\’entra Seth Rogen, protagonista di tanto cinema americano giovinastro e sovrappeso – da “Molto incinta” a “SexBud” – nei panni di un supereroe? C\’entra eccome. Il film l\’ha prodotto, scritto e interpretato lui, adattando alla propria figura (in ogni senso) un personaggio creato per la radio nel 1936 e poi travasato in fumetti, cinema e serie tv. E\’ il figlio gaudente del severo editore di un importante giornale: contraddice nelle notizie di cronaca mondana, i severi editoriali del padre in prima pagina. Rimasto orfano, fa amicizia con un meccanico asiatico che diviene per lui ciò che Archimede è per Paperinik. Inizia a combattere il crimine per gioco: saettare da calabrone vendicatore per lui è un vizio, un impacciato capriccio di giustizia. Quello che mena le mani e fionda le lame è l\’altro. La regia di Michael Gondry (“Se mi lasci ti cancello”, “Be Kind Rewind”) dà un tocco di complessità d\’autore a una trama che (si) diverte mescolando generi e accumulando strati fino a risultare appetitosa. Finalmente un supereroe che non ci frantuma le palle lagnandosi delle troppe responsabilità, ma si esalta beato in un ingegnoso mondo da balocco dark. Dove puoi incontrare Cameron Diaz, James Franco e lo strepitoso cattivo Christoph Waltz (faccia a faccia da urlo).
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