Una ballerina perfezionista al primo ruolo da protagonista deve interpretare sia il cigno bianco (amore puro) che quello nero (seduzione malvagia) agli ordini del coreografo Vincent Cassel che ha fatto di lei un\’improvvisa étolile ai danni di Winona Ryder che l\’ha presa malissimo. Siccome Tchaijkovskij ognuno lo scrive come vuole, anche il regista di “Requiem for a Dream” gli sfattona un po\’ attorno e spinge la malcapitata sulle punte in morbosi passi a due col maestro che le solletica la libido, la madre apprensiva, una rivale, molte allucinazioni, la droga, il sesso lesbo, il tema del doppio, lampi horror… Lo stile chirurgico di Aronofsky lavora a mazzate sul corpo della bravissima Natalie Portman che si guadagna l\’Oscar in tutù. Ma non gli riesce la metamorfosi, con resurrezione mortale, che gli riuscì sul corpaccione martoriato di Mickey Rourke in “The Wrestler”. Qui le ferite sulla pelle partoriscono ali simboliche che non fanno decollare la trama ma la appesantiscono. Come l\’uccello di rovo della leggenda (vedi Padre Ralph), un altro volatile raggiunge l\’eccellenza solo conficcandosi una maligna spina nel petto. Ma sono perfezioni e perversioni sue, della bella statuina su un lago di miraggi di ghiaccio. Capriccio intellettuale, sgorbio d\’autore. Nulla di più.
No Comments