Per vendicare il padre assassinato che la portava a caccia di procioni, una 14enne troppo leggera per cavalcare un pony ma molto efficace nel contrattare, ingaggia uno sceriffo che non crede a favole, sermoni e promesse di denaro, ma è altrettanto efficace (leggi: senza scrupoli) sebbene sia un ubriacone cieco di un occhio. Lei crede nei vincoli di una legge onnipotente, lineare come le sue trecce. Lui è un risoluto cecchino che non rispetta nemmeno le promesse fatte ai moribondi. La grinta è di tutti e due. Dall\’Arkansas al Texas, dalla derisione al rispetto, dalla provocazione alle sfide infernali. E\’ un paese per i Coen, il western? E non era già Un paese per vecchi il loro miglior western? Ogni genere è il paese dei Coen. Li hanno praticati tutti, come mitologie non da reinventare (o da rifrullare alla Tarantino), ma da mettere alla prova per vedere se ogni cine-motore gira ancora, installato nella loro carrozzeria placcata di citazioni, humour nero e sublime manierismo. Jeff Bridges, nel ruolo che fruttò a John Wayne l\’unico Oscar, impallina nemici e biascica racconti come se chiudesse la leggenda del western. Matt Damon gli fa il controcanto ranger. Nevica sul Mito e sulla Frontiera. Dei pellerossa si vede solo il territorio. Il gran cowboy finisce al luna park. The end.
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