Verona è una trentenne incinta di sei mesi: non è bella, forse non lo è mai stata. Burt è uno spilungone con barba e andatura sbagliate (tipo David del GF) che fa sesso goffo per aggirarle il pancione: calzini bianchi e discorsi maldestri su . Lui vuole sposarla, lei no. Sono male assortiti e senza un vero alloggio. Ma si amano davvero. Quando i genitori di lei annunciano che si trasferiranno in Belgio affittando la casa (ad altri), la coppia – straordinari attori che vengono dalla tv – si avventura on the road alla ricerca di quella che è stata la parola chiave sia del film più amato della prima metà del 900 (“Via col vento”), sia di quello più amato della seconda (“E.T.”). Una Casa. Un nido. Sono fragili, hanno paura di essere dei losers, degli sfigati. Ma tutti gli altri sono mostri. Incontrano amici e parentastri frustrati in famiglia: chi adotta figli all\’ingrosso, chi li mette all\’ingrasso, chi tradisce il partner con la mente, chi con l\’ipocrisia, chi con la rassegnazione. Maggie Gyllenhaal (da urlo) vive e fa sesso in overdose new age. George Harrison, Velvet Underground, Bob Dylan (e Clint Eastwood!) infondono note di speranza amarognola. L\’inglese Sam Mendes, dopo “Revolutionary Road”, continua a distillare l\’amaro dell\’american beauty.
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