Gli alieni si piazzano sopra Los Angeles in stile “Independence Day” ma più trash. Gocciolano lampi blu, abbagliano gli umani per risucchiarli e mangiar loro il cervello. Ma quale? Se da qualche parte esiste una forma di vita extraterrestre anche solo minimamente evoluta, saprebbe di dover cercare altrove qualche grappolo di intelligenza, e comunque non nei nostri film di fantascienza. O forse è proprio il vano tentativo di papparsi un ghiotto cervello (ri)pieno che qui – come sempre – li spinge alla caccia chirurgica e spietata (ma impariamo che può servire nascondersi goffamente dietro un mobile, se il cane non rovina l\’astuto piano). Un gruppo di imbecilli variamente modaioli festeggia un compleanno all\’ultimo piano di un lussuoso palazzo: dialoghi e panorama fantascientifici in senso diverso. Il binocolo puntato sul sesso nelle finestre altrui, si teme sia una citazione da De Palma (“Omicidio a luci rosse”). Di certo abbondano godzillate (quello vecchio) in zona “Cloverfield” con echi di guerre di ben altri mondi e un finalaccio scippato a Sigourney Weaver. Non mancano: il belloccio in canotta la cui pelle si sgretola assecondando i tatuaggi e l\’elogio della famiglia in incubazione. Effetti speciali da Sbirulino, ma i personaggi dicono di aver fatto fortuna con quelli. Autoironia?
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