La fanciulla dalla lunga chioma magica vive nella torre isolata con un camaleonte per amico. Sogna di conoscere il regno di stelle e luci a cui l\’ha sottratta, da neonata, la vecchia sempreverde che si finge sua madre e le fa quotidiana visita spiegandole quanto sia infido il mondo. Passa di lì un ladro bellimbusto, che ruba diademi in acrobatico stile Mission Impossible, e la bella con padella lo tramortisce, lo lega alla sedia con la treccia, lo ricatta affinché la guidi alla scoperta di ciò che sta fuori e si lancia dalla finestra coi capelli a mo\’ di liana di Lara Croft. Il resto è convinto romanticismo fiabesco in 3D che muta le tinte retrò in \’effetto Barbie\’: volti bamboleggianti, musi troppo gommosi. Ritmo basso con simpatiche accelerazioni e una benedetta domanda: ma quanti secoli sono che lorsignori Disney non azzeccano una canzone da cartoon? Da Phil Collins Tarzan? La Rapunzel dei Grimm ritrova nel deserto l\’amato principe, cieco perché caduto nei rovi. Altri tempi, in cui si credeva che un po\’ di sano pessimismo fosse educativo. Qui l\’amore è cieco in altro senso e il lieto fine galoppa su un buffo cavallo/militare. Magica sorpresa: quando le tagliano la treccia, la bionda fanciulla si trasforma in una sosia di Mara Carfagna, protagonista di un\’altra bella favola.
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