La Dottoressa dell’Amore Uma Thurman cura e consiglia i cuori infranti e/o dubbiosi di New York. Dopo averle rivolto una domanda in diretta radiofonica, una futura sposina cambia idea e molla il fidanzato pompiere, anche lui all’ascolto. L’uomo è spinto alla bonaria vendetta da un giovane amico hacker (vive sopra un ristorante indiano che è divenuto il suo variopinto focolare): risulterà coniuge della portavoce di Cupido. Il che le impedisce di convolare a nozze col fidanzato perfettino che quando è nervoso s’ingozza compulsivo. Poiché è Colin Firth, il ruolo prevede qualche figuraccia da imbecille, ma anche una dignitosa collaborazione quando la moglie involontaria va in cerca dell’ignoto marito. Qui il film è già finito, ovvero dopo 10 minuti. Lo trova al biliardo, si ubriaca, ci passa la notte, lo rivede, eccetera, eccetera, fino alle (uff) dichiarazioni on line e all’uso del sistema antincendio (argh) per far arrivare il giusto sposo alla cerimonia. La commediola ci raggiunge con due anni di ritardo e senza neppure il minimo sindacale di simpatia garantito dalla Thurman. Che funziona alla grande in ruoli leggeri solo se grintosi: fu gradevolissima ne “La mia simpatica ex ragazza” e – ovviamente – ben altra Sposa. E il pompiere chi lo fa? Uno preso perché assomiglia a Bardem.
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