Vestiti come da titolo, tre amici bocciofili post-Lebowski rischiano di passare il Natale in questura e in cella. Come ci sono finiti? Lo raccontano, prendendosela comoda (e scherzandoci sopra), alla (im)paziente ispettrice Angela Finocchiaro che non ama le lingue ruffiane, ma tollera quelle lunghe. Aldogiovanniecc pagano da sempre pegno al lungometraggio (il loro pane sono i mitici \’corti\’ e gli sketch di media durata), ma ogni due anni bussano al nostro spirito natalizio, ci chiedono se siamo felici e fanno del loro meglio per renderci tali. Ci fanno ridere? Ridere davvero? No, ma intrattengono con confortante simpatia: un\’atmosfera complice che hanno saputo creare e su cui campano di garbata rendita. La loro non-volgarità non è solo nell\’evitare peti e scope dal popò (vero Boldi?), ma nel non avere bisogno della farsaccia per artigliare una risata (vero De Sica?). Viaggiano in commedia sulla voce di Mina, trasognando Vianello, lavorando bene sul cast (la Maionchi!), maltrattando adorati animali, paracadutandosi sulle scale di una comicità che si va seccando da inverno a inverno. Per le risate di pancia, aspettiamo Zalone. Questo sembra dirci oggi il tenero trio, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo: sganasciarci per l\’ippopotamo scoreggione di “Natale in Sudafrica”.
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