Dopo essersi ‘mangiato’ cinque paste (ovvero l’ecstasy), lo studente di una scuola come tante (ovvero a pezzi in ogni senso) si butta a volo d’angelo dal tetto. Tutto gli rimbalza, e anche lui. Resta illeso, ma è frantumato da una vita famigliare da brutta soap opera. Né gli servirà il morboso aiuto degli insegnanti di italiano e di scienze: ex coppia troppo in cattedra, rivali nel recupero di un ragazzo difficile, ma incuriosito dalle oscure profondità del mare e della chitarra. Il prof è ancorato agli anni 70: ‘viaggia’ con Majakovskij e Clapton, si tuffa nell’inevitabile okkupazione devastatrice-ma-vitale, non regge la fuga nella ‘moderna’ ketamina e quando c’è la ‘perquisa’ in classe, i cani puntano lui (sballi anche in sceneggiatura). La prof Valeria Golino fa volontariato adolescenziale consentendo troppi abbracci all’adolescente che sarà vittima dell’ennesima droga affettiva: Ma Dove Mai Andranno nell’intenso finale del film di Valerio Jalongo, urlo slabbrato che denuncia la noia invocando Cultura. C’è molto ‘già visto’, e l’unico ben calato (ops) nella parte è il giovane Fulvio Forte. Notevoli Vibrazioni in colonna sonora: Francesco Sàrcina è un ex allievo della scuola romana protagonista, intitolata a un pedagogista svizzero che oggi si butterebbe strafumato dal tett
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