Scontro fratricida tra gufi: sogni e artigli cozzano tra simili e in famiglia. Il fratello buono sfugge ai rapaci militarizzati (con bat-arma segreta) che l’hanno rapito, e trova l’Olimpo pennuto che si credeva leggenda. Il fratello vanaglorioso cede alla volontà di potenza: vittima/complice, come in ogni fattoria/dittatura della Storia. L’ottimo Zach Snyder di “300” e “Watchmen” fa volare oltre i confini di “Avatar” uno strepitoso 3D di lotta e di governo. Assegna nuove regole a questa parte di tecno-universo del nostro cine-sistema solare, cambia le prospettive al mondo di ali, piume, becchi, pupille, costellazioni, incendi e tempeste di neve. La zavorra è la trama che non decolla mai: non c’è un solo attimo, un solo dialogo, un solo snodo, un solo destino che ogni decenne non conosca a memoria, grazie alla poca fantasia del fantasy e a precedenti visioni. C’è di tutto: da Nemo, al profeta di “Happy Feet” (stessi creatori), al bardo molesto di Asterix. Insolitamente appiattito sui libri australiani all’origine, Snyder mette le divise di Sparta ai volatili, ma non dota mai le loro geometrie di un colpo di sano realismo non solo estetico: persino i topi sono pietanza fuori campo. Volano i gufi volano nello spazio tra le nuvole: ascese velocissime e voli prevedibili. Guffa!
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