Inizia il Capitolo Finale – stavolta sembra proprio l’ultimo – e rieccoci nel mitico primo episodio. Che fine ha fatto il malcapitato che si amputò un piede per liberarlo dalla catena? Lo vediamo, in uno dei tanti ritorni al passato, bruciare la ferita per cauterizzarla. E’ ciò che la saga dell’Enigmista ha fatto con lo spettatore: dopo 6 anni e 7 episodi, dotati di genio giallo/horror via via in liquefazione, siamo ormai cauterizzati di fronte allo sbudellamento splatter che alza costantemente il livello sanguinario (ci vuol poco) e quello dei marchingegni omicidi (ci vuole morbosa inventiva feroce). Lame rotanti nei toraci, spuntoni dritti negli occhi (i nostri, bersagliati dal 3D), mandibole staccate, teste mozzate, corpi a brandelli, uncini per sollevare i pettorali come capitò a Richard Harris tra i Sioux in “Un uomo chiamato cavallo”. I deboli di stomaco stanno alla larga già da tempo, chi è arrivato fin qui sa cosa lo aspetta e sogghigna dell’esagerazione negli smembramenti. Peggio è doversi trangugiare una trama smembrata che (ehm) campa su ritmi collaudati, ma perde i gustosi allacci di quando Lui era agonizzante ma vivo. La sua signora vuole smettere coi ‘giochi’, il suo erede no, un millantatore fa la vittima, la mattanza cresce a vanvera…E’ davvero tempo di:
SAW 3D

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