Storia vera, che scuote Washington. Dopo l’11 settembre e l’invasione dell’Afghanistan, l’esperta agente Cia Valerie Palme indaga sulle presunte armi di distruzione di massa. Trova disarma(n)ti scienziati irakeni in fuga e il bombardamento delle armi di distrazione di massa made in Usa. Ha un marito ex diplomatico, l’ultimo yankee ad aver fronteggiato a brutto muso Saddam. Lo manda in Niger sulle tracce di una vendita di uranio sospetto (che l’Italia avallò). Niente uranio. Ma ascoltano allibiti Bush dichiarare la guerra in tv contraddicendo i loro rapporti. Lui scrive un articolo rivelatore, lei viene subito privata della copertura ed esposta a disprezzo e pericoli. La coppia entra in crisi, tutti gli uomini del presidente anche… Dopo “Green Zone” – stessa denuncia, ma dal fronte operativo – ritorna il glorioso thriller politico a stelle e strisce: determinato, incalzante, efficace. Dialoghi tra spioni sulla panchina con vista Casa Bianca, liti in famiglia nel parco giochi. Naomi Watts, in scia alla Kidman, sorprende per energica dedizione. L’arrabbiato Sean Penn che fuma (!) spettinato ha gli spigoli giusti (quelli che mancavano a Redford) per eruttare brutte verità liberal. Credibile anche quando affronta la moglie in pigiama, come se scoprisse quella notte che non ha sposato una dattilografa.
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