Nel sobborgo di Boston , quattro amici dal destino criminale segnato alzano il tiro: forzieri ripuliti da contante, fibre e dna (CSI insegna), abili cambi d’abito e veicoli, assalto finale alla Cattedrale (lo stadio dei Red Sox, ovviamente). Ostaggio imprevisto: la direttrice bendata Rebecca Hall che poi se lo sogna la notte finché non comincia a dormire con Ben Affleck che la pedina per controllarla e subito se ne innamora in lavanderia. Il tatuato quasi fratello e quasi cognato, l’ottimo Jeremy Renner di “The Hurt Locker”, sente puzza di abbandono, ma è una testa calda che sa che finirà freddata. Il detective Jon Hamm (“Mad Men”) morde gli stinchi alla banda ormai nel vortice dell’avida frenesia e di ricettatori bastardi. Affleck è un ottimo (co)sceneggiatore fin dai tempi di “Good Will Hunting”: qui sa gestire infanzie strappalacrime, madri malaccorte, un babbo in galera per cinque vite, la tossica gelosa col popper nel succo di frutta. Migliora nella regia rispetto all’inesploso “Gone Baby Gone”, sfoggiando un abile sguardo classico che fa il palo (dall’alto) sull’amata Boston. E sa che per pepare gli inseguimenti non bastano testacoda a mitraglia, servono le suore kattive.
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