A Torino risuonano le nervose note dei Goblin con un\’angosciante cantilena infantile, scricchiola una giostra tra tetre panchine, s\’impenna morbosa recita scolastica, si staglia un pagliaccio inquietante (Filippo Timi, memorabile). Ma non è Dario Argento. Scivolano grigio nevischio e cupi corridoi da albergo di montagna. Ma non è “Shining”. E’ Saverio Costanzo che traduce in tono horror, con l’aiuto dell’autore, il best seller di Paolo Giordano. E\’ un doloroso viaggio nel profondo rosso di infanzie sanguinose. Feriti nella psiche da genitori troppo esigenti, troppo possessivi, troppo fragili, o comunque troppo, Alice e Mattia scontano l’esclusione sfogandosi su se stessi (
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

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