Bryan Singer, già regista de “I soliti sospetti”, gestisce effetti speciali e discriminazioni tra umani e mutanti limitandosi ad accentare gli uni e le altre. Capita così che lo spessore e l’avventurosa saggezza dell’originale fumetto Marvel sbiadiscano. Ne esce uno statico calderone in cui tutti sembrano non credere a sfondi approssimativi e a personaggi solo abbozzati: creature dotate di superpoteri che gli uomini temono e che si dividono tra chi vorrebbe collaborare con loro e chi crede di doversi difendere attaccando. Telepati, forze da conoscere e dosare, compromessi politici, figure più eccessive che memorabili. Un paio di decenni d’attesa per vedere Patrick Stewart fare il pomposo supereroe druido e Ian McKellen sguazzare feroce fuori parte? Ai fan l’ultima parola.
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