Louise Michel fu un’anarchica francese dell’800. Sognava di fare carne macinata dei ricchi. Qui Louise è un donnone che non beve, ride solo delle parrucche nei cartoon e muggisce sfiduciata ignoranza. Anzi no, è un uomo. Michel invece è uno strambo barbuto incaricato di eliminare l’ex principale che ha lasciato a spasso Louise e colleghe. Ma sotto/sotto è una donna. Occorre continuare? Ok, a vostro rischio e pericolo di divertimento grottesco. In un angolo di Francia di disarmante squallore (Piccardia), la coppia impossibile non stonerebbe in un film dei Coen: dialoghi ruminanti, strambo uso delle pistole, gag e incidenti ultra-scorretti a ogni angolo di una trama surreale che si fa beffe del suo zoo umano. Prima di esaltarsi in un parto a ruoli invertiti, lo stralunato allestito da due registi che praticano lo stile libero (produce Kassovitz), travolge capitalisti, animali e i malati terminali ai quali il killer tremolante lascia il compito delle esecuzioni (sbagliate). In neri tempi di crisi, si finisce a ridere nero. E mentre sorge il dubbio che il giochino luccichi fine a se stesso, un nano in carne e ossa salta fuori da uno gnomo da giardino: abbattuti entrambi. Sghignazzatori di tutto il mondo, unitevi.