L’ex wrestler, ex giocatore di football americano, ex Re Scorpione, ex ceffo da ruolo pikkiatore, ex The Rock, oggi si chiama Dwayne Johnson e qui infila il fisicaccio nel tutù rosa e nella calzamaglia azzurra muniti di ali. E’ un giocatore di hockey sul viale del tramonto: entra solo per far saltare i molari agli avversari. Per questo lo chiamano la fatina dei denti. Scoraggia i sogni dei ragazzini, compresi quelli dei figlioli della sua adorabile compagna Ashley Judd. Per castigo, è costretto a incarnare il magico personaggio che gli fa da soprannome e in cui non crede: la fatina che lascia il soldino ai bambini che perdono un dentino, l’equivalente del nostro topolino. Ce lo vedete? No? Il film punta ovviamente su quello per fare simpatia. Ma il vero colpo di bacchetta è che spesso ci riesce. L’omaccione di 104 chili con la faccia da pigna rimpicciolisce come Alice, si rifornisce in malo modo di sostanze stupefacenti per essere invisibile, subisce le bonarie ire da Sua Maestà Julie Andrews (fu Mary Poppins), viene fulminato nel dialogo dal fatato Billy Crystal. Meno convincente è la consueta morale super-edificante: ogni sogno adolescente finisce in gloria e guai a chi non sottoscrive. Ma questa favola disneyana ad alto rischio ce la aspettavamo molto peggio. Ma mooolto peggio.
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