Come ogni saga a caccia di rispettabilità dopo un buon incasso, anche “Underworld” si è costruito un prequel che gli faccia da preistoria, anzi da Medio Evo dark: boschi, armature, balestre, castelli arroccati e prigioni segrete per ospitare l’oscura alba della lotta tra i kattivi vampiri (molto eleganti le signore) e i licantropi loro schiavi, la cui trasformazione può essere bloccata. Come ogni saga a corto di fantasia, si è aggrappata a Shakespeare: la figlia del capo dei non-morti ama il proibito pupillo del babbo: il lycan più geneticamente forte, anche se interpretato dal gracile Michael Sheen di “Frost/Nixon”. Guiderà la ribellione dei suoi (mica tanto) simili, dopo che l’incauta Rhona Mitra è stata scoperta e castigata da babbo Bill Nighy: il rinsecchito Viktor che ritroveremo secoli dopo. I fan si godano l’aggancio, gli altri le feroci creature mannare agitate da un regista che viene dagli effetti speciali. Tutto il resto è un pozzo di noia.
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